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... La Toscana raccontata (senza fretta) da Damiano Andreini
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Il "Sator Arepo"


Se avete voglia di divertirvi inseguendo antichi borghi lontani dal mondo, storie di streghe, di santi, di briganti, di artisti lunatici e di opere straordinarie, la Toscana è una vera miniera d'oro. Una miniera, però, il cui ingresso affascina da secoli e dove, quindi, qualsiasi ingresso si scelga non si entra quasi mai per primi... Semmai, con un po' di fortuna può capitare di trovarvi una vena ancora inesplorata o comunque appena intuita; fatta affiorare e poi, per distrazione o per scarso interesse, fatalmente abbandonata.

Questa volta, è di un enigma che vorrei parlarvi. Anzi, più che parlarne ve lo vorrei sottoporre: infatti, nonostante qualcuno creda di averne scoperto la soluzione definitiva, qualcosa mi dice che l'arcano finale resti ancora da scoprire. A metà strada fra Livorno e Grosseto, lungo la nostalgica Costa degli etruschi, su una collina rivestita con il verde e l'argento di ulivi secolari: piuttosto grande, in posizione panoramica, con gli archetti e le piccole finestre monofore tipici di un sobrio e dignitoso stile romanico. Fin qui nessun mistero, di pievi campestri la Toscana è piena. Eppure, nella normalità della sua facciata in pietra medievale, la pieve di San Giovanni a Campiglia Marittima cela un mistero lungo (almeno) duemila anni. Su una parete esterna dell'edificio è infatti murata una lapide con sopra inciso quanto segue:


S A T O R
A R E P O
T E N E T
O P E R A
R O T A S

Cioè: "Sator Arepo tenet opera rotas". la cosa curiosa è che, trattandosi di una frase con struttura a "palindromo", la stessa frase scaturisce anche da una lettura fatta dall'alto in basso, dal basso in alto, da destra a sinistra. Cinque parole di cinque lettere scritte su cinque righe. E' stato definito il "quadrato magico", ma che cosa significa? E poi, è l'unico conosciuto?

Partiamo con la seconda domanda, dove fonti certe ci possano assistere: il quadrato magico è presente almeno un'altra volta in Toscana, nel duomo di Siena, e almeno una decina di volte nelle chiese d'Italia. Ma il "Sator Arepo" è stato anche rinvenuto in Inghilterra (rovine di Cirencester), in Ungheria (Altofen), in Francia (Chiesa di San Lorenzo di Rochemaure), in Spagna (Santuario di Santiago de Compostela) e perfino nell'antica base militare romana di Dura-Euròpos in Mesopotamia...

Trattandosi di siti databili sempre all'era cristiana, fra i quali il tedesco Grossel e lo scandinavo Agrell, nel 1925 giunsero alla conclusione che doveva trattarsi di un "crittogramma" ( = cioè una scritta dal significato misterioso) celante un simbolo cristiano. Una traduzione piuttosto coerente dal latino offrirebbe infatti questa frase: "Il seminatore (SATOR) con il suo aratro (AREPO), tiene (TENET) in opera (OPERA) le ruote (ROTAS). Si intende che il Seminatore è Dio e le ruote sono quelle del mondo. In più, sempre secondo i due studiosi, l'anagramma delle singole lettere da due PATER NOSTER che si incrociano sulla N a formare appunto una croce. Resterebbero due A e due O interpretabili come l'Alfa e l'Omega dell'Apocalisse di Giovanni (Apoc. 1,8).

L'interpretazione è plausibile, anche perché i luoghi più antichi dove il quadrato magico è stato ritrovato datano al terzo secolo dopo Cristo, nel periodo in cui i cristiani, perseguitati dall'impero di Roma, erano soliti adottare simboli religiosi difficilmente decifrabili (il pesce, il pastore, l'agnello, ecc.). Ma c'è dell'altro: nel 1936 un altro quadrato magico venne alla luce durante gli scavi della grande palestra di Pompei. Questo rende il quadro più complicato, perché Pompei fu sommersa dall'eruzione del Vesuvio il 24 Agosto del 79 dopo Cristo. E' probabile che alcuni cristiani professassero la loro fede in segreto nei dintorni di Pompei già a quesi tempi, come del resto risulta dagli atti degli Apostoli (AT 28,14), però appare molto difficile che da essi fosse stato già codificato un crittogramma tanto complesso. Inoltre non si capisce come le lettere Alfa e Omega potessero essere parte della simbologia cristiana già in quegli anni, visto che vi sono entrate in seguito alla diffusione dell'Apocalisse di Giovanni avvenuta nel Sud d'Italia intorno al 150 dopo Cristo.

Se il Quadrato magico serviva ai primi cristiani come il segno visibile di una fede segreta, perché allora lo ritroviamo sulle pareti delle chiese medievali, costruite in un periodo in cui ormai tutta l'Eurospa si era rivestita di "un candido manto di chiese"? Eppure, stando ai ritrovamenti di cui ho detto, è proprio fra il 1100 e il 1300 che il Quadrato magico torna a spuntare qua e là in Europa. Chi e perché ne avrebbe conservato la memoria per oltre dieci secoli? E perché in Toscana si trova inciso per due volte nell'arco di soli 100 km? E' possibile, infine, che dallo studio delle lettere che formano il crittogramma possa emergere un ulteriore nuovo significato.

Sul Quadrato Magico si sono soffermati in tanti, giungendo perfino ad astruse conclusioni astrologiche che, con dubbia utilità, potrete facilmente reperire in rete. Io credo piuttosto che un appassionato di enigmistica (ce n'è qualcuno fra voi?) possa offrire un contributo determinante alla soluzione del curioso mistero, questa volta non solo toscano...

Damiano Andreini
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